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Legacy Contributi Con Stefano in Moldavia, tanti ricordi…
17 Settembre 2022

Con Stefano in Moldavia, tanti ricordi…

“Moldova! Non ci sono mai stato! Dai che si organizza!’’. Queste furono le parole di Stefano quando gli dissi di aver conosciuto una ragazza moldava che mi aveva invitato a visitare il suo Paese.
Stefano era anche questo: decisioni improvvise e organizzazione rapida!
Partimmo nel giugno del 2003 dopo aver prenotato, in un batter d’occhio, biglietti aerei e hotel; un viaggio che, per me, oltre a essere una novità assoluta, rappresentò una svolta completa e, fino ad allora, inaspettata nella mia vita: la ragazza che ci avrebbe fatto da Cicerone, Lilia, sarebbe diventata mia moglie e la mamma dei miei figli.
Viaggiare con Stefano era sempre come prendere una piccola laurea.
Preparato in tutto, era la guida ideale per musei, pinacoteche e luoghi ricchi di tradizioni e cultura, degustazioni di specialità gastronomiche locali e tanto tanto altro. Farciva ogni tema sempre con erudite spiegazioni e aneddoti recuperati in qualche lettura pre-partenza. Non era mai impreparato in quello che faceva e il suo cronico disordine era sempre un disordine ben organizzato.
Avevo già sperimentato le sue capacità e la sua cultura in altri viaggi fatti insieme: nel 1991 in America quando, corrispondente a New York per Il Sole 24 Ore, trascorremmo con altri amici alcuni giorni con lui per poi procedere nella nostra vacanza on the road.
Quindi nelle Repubbliche Baltiche, Estonia, Lettonia, Lituania, all’inizio degli anni ’90, appena dopo la caduta del muro di Berlino; per non parlare delle innumerevoli escursioni alpine, e non era per niente facile stare al suo passo.
Portava sempre, nello zaino, un libro, un giornale o il foglio di qualche rivista per dedicarsi, in ogni momento utile, alla lettura di qualche capitolo o di qualche articolo, a volte isolandosi per delle ore dal resto del gruppo. Ma il viaggio in Moldova, dopo giorni a visitare Chisinau, la capitale, con i suoi musei, Cricova con le sue cantine (che sono in realtà 200 chilometri di gallerie dove riposano qualcosa come 10 milioni di bottiglie di vino), i monasteri ortodossi, ebbe un gusto tutto particolare.
Sempre entusiasta delle sue decisioni, volle visitare la Transnistria, uno Stato indipendente de facto, non riconosciuto dai Paesi membri dell’ONU, essendo considerato de iure parte della Moldova e governato da un’amministrazione autonoma russofona con sede nella città di Tiraspol.
Ricordo ancora il clima da KGB, quando le guardie di frontiera, dopo aver chiesto i nostri passaporti, ci fecero scendere dall’autobus e ci sottoposero a un terzo grado per poi rilasciare un visto della durata perentoria di dodici ore per visitare Tiraspol. Io intimorito dalla situazione, Stefano entusiasta di tutto ciò! Era riuscito a vivere in quei momenti un autentico clima da guerra fredda!
Sapeva sempre come, dove e in che modo muoversi e le sue lezioni di storia dei luoghi che visitavamo non erano mai banali.
Mi manca Stefano, mi manca la sua ironia, il suo sorriso sornione, le sue telefonate anche solo per chiedermi come stavo e per dirmi in quale parte del mondo si trovava. Mi manca il suo modo, a volte simpaticamente irritante, di prendere in giro gli amici. Mi mancano i suoi racconti del Giappone, Paese che amava forse più di ogni altra cosa e in cui passò svariati anni quale corrispondente del suo giornale.
Mi manca la sua presenza anche quando non c’era.
È stato un onore e un privilegio averlo conosciuto, averlo avuto come amico, come testimone delle mie nozze e come punto di riferimento per me e per tutti coloro che, come me, hanno avuto a che fare con lui, con la sua cultura, la sua intelligenza e la sua gran voglia di vivere.
Arigato Stefano san!

Fabrizio Zingrillo

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